Conoscere l’oro

2015holdOro. Non c’è persona al mondo che non conosca il significato di questa parola, che identifica il metallo prezioso per antonomasia, le cui vicende hanno accompagnato la storia dell’uomo fin dalle sue origini.
Nonostante questa notorietà, però, la conoscenza che la maggior parte degli uomini ha dell’oro è alquanto superficiale, limitandosi alle nozioni più comunemente diffuse, come la sua purezza estetica, il suo poter essere impiegato in molti ambiti e, naturalmente, il suo altissimo valore.

Tutte nozioni corrette, certo, ma che non dicono molto di tutto quel mondo di informazioni e di nozioni importanti che oggi sappiamo essere legate all’oro, e che diventano davvero determinanti nel momento in cui si decidesse di rivolgersi a un compro oro per avere una valutazione del proprio oro usato e, magari, per decidere di vederlo.

Non tutti, per esempio, sanno che l’oro che comunemente possiamo trovare in casa, sotto forma di monete, gioielli, orologi o quant’altro, non è oro puro, ma è sempre formato da una percentuale, più o meno variabile, di oro, unito ad altri metalli. L’oro, infatti, ha delle proprietà naturali che lo rendono molto malleabile, duttile, ma anche piuttosto instabile per essere usato da solo nella realizzazione di gioielli e altri oggetti.
L’oro puro, dunque, è quello che si può trovare in forma di pepita, pagliuzze o lingotti, mentre tutti gli altri manufatti hanno una percentuale di altri metalli legati ad esso. In genere questi altri metalli sono l’argento e il rame: quest’ultimo tende a dare all’oro cui è unito una colorazione più scura e nel contempo ne aumenta notevolmente la durezza, ecco perché il suo utilizzo è particolarmente indicato per la creazione di monete. L’argento, invece, non modifica più di tanto la durezza, ma conferisce all’oro colorazioni più chiare e brillanti. Da qui il suo utilizzo in gioielleria.
Proprio questa unione dell’oro con altri metalli è quella che determina i famosi “carati”, dei quali sempre si sente parlare in relazione alla massima quotazione oro.
In Italia, l’oro di riferimento largamente più usato, soprattutto nel settore della gioielleria, è quello a 18 carati, calcolati su una scala di valori che ha nei 24 carati il temine di riferimento associato, per convenzione, all’oro puro.
I carati, però, non sono l’unica unità di misura di riferimento per l’oro, che è spesso considerato facendo riferimento ai millesimi. Il concetto è il medesimo: stabilito in mille millesimi il valore del metallo in purezza, a seconda della percentuale di oro presente nell’oggetto che si intende valutare si avrà una variazione dei millesimi. I 18 carati citati in precedenza, se trasformati in millesimi danno un valore di 750/1000. Ciò significa che, sulle mille parti di quell’oggetto, 750 di esse sono di oro puro, mentre le restanti 250 sono formate da altri metalli.
I gioielli, come detto, sono generalmente a 18 carati (o 750 millesimi), mentre per le monete più preziose esistono diversi preziosi esemplari, come il Marengo o la Sterlina Reale Inglese, che arrivano a percentuali di oro fino a 22 carati, avvicinando quindi il valore della moneta a quello dell’oro puro, la cui quotazione è quella di riferimento per la Borsa Valori.
Da queste premesse ne consegue che, qualora si volesse capire quanto realmente possa valere un oggetto in oro che abbiamo in casa, magari trovato in fondo a un cassetto, dimenticato da anni, non si può fare riferimento, appunto, ai valori dell’oro puro dati dalla borsa, ma bisogna rapportare quel valore ai carati dell’oggetto, ovvero alla percentuale di oro in esso presente.
Il calcolo è più complicato a dirsi che a farsi, perché on line esistono molti sistemi che permettono di avere in pochi click la massima valutazione di un oggetto in oro. Si tratta, in genere, delle pagine internet dei maggiori negozi di compro oro, cui chiunque può rivolgersi per avere una valutazione dell’oro usato presente negli oggetti in suo possesso e, se lo decide, vendere in totale sicurezza e semplicità gioielli e quant’altro.
Il sistema on-line garantisce la massima valutazione possibile, calcolata in tempo reale in base ai parametri inseriti (i carati dell’oggetto e il suo peso). Molti sistemi permettono anche di “congelare” il prezzo visualizzato on-line, avendo la garanzia che quella quotazione gli sarà riconosciuta una volta recatosi fisicamente dal compro oro per vendere l’oggetto, mettendo al riparo da eventuali fluttuazioni del valore che si fossero verificate nel frattempo.

L’oro dopo il Brexit

one poundIl 23 giugno di quest’anno, i cittadini della Gran Bretagna attraverso un referendum popolare, hanno espresso la volontà di uscire dall’Unione Europea votando a favore del “Brexit“.

Nonostante gli accorati appelli di tanti economisti internazionali preoccupati delle conseguenze che una tale decisione avrebbe comportato sul piano strettamente finanziario, e le dichiarazioni di autorevoli politici che invitavano a restare nell’UE, il popolo del Regno Unito ha sancito il diritto dell’autodeterminazione, scegliendo di restare fuori dalle decisioni economiche e geo-politiche degli Stati membri dell’Unione Europea.

Boris Johnson, sindaco di Londra che si era espresso a favore dell’UE, all’indomani del voto sfavorevole, ha cercato di minimizzare l’accaduto sostenendo il ruolo attivo della Gran Bretagna che, a suo avviso, continuerà ad essere parte integrante del Vecchio Continente. Tutto questo per rassicurare il quasi 48% della popolazione anti-Brexit timorosi di un possibile isolamento del Paese e di una mancata crescita economica.

In merito all’esito del referendum, molte responsabilità sono state attribuite al premier Cameron che, non essendosi schierato in maniera netta nè a favore nè contro il Brexit, non ha fornito un’indicazione forte e chiara agli elettori, sottovalutando le gravi ripercussioni legate all’abbandono.

Il voto choc della Gran Bretagna, espressione di circa il 52% dei votanti, ha aperto nuovi scenari che hanno immediatamente coinvolto le banche (soprattutto quelle che hanno sede nella capitale) ma anche le grandi aziende e le PMI che hanno interessi commerciali nel Regno Unito.

Banchieri ed imprenditori, infatti, sono molto preoccupati dei profondi cambiamenti che potranno determinarsi nei prossimi mesi e che potrebbero generare una specie di “effetto domino” causando il progressivo disgregamento dell’Istituzione europea, a favore di spinte indipendentiste.

Quando nel mondo si verificano eventi di questo tipo, i mercati finanziari vanno in fibrillazione e le reazioni della Borsa cominciano ad essere instabili ed imprevedibili, nonostante le tempestive rassicurazioni da parte delle Banche Centrali.

Per scongiurare il pericolo della svalutazione monetaria ed il conseguente caos, subito dopo il Brexit la Banca Centrale Europea si è affrettata a tranquillizzare i correntisti affermando che, qualora ce ne fosse bisogno, offrirà i fondi necessari per finanziare tutti gli Istituti di credito in difficoltà a causa della fuoriuscita britannica.

Più prudente. ma pur sempre ottimista, la posizione della Federal Reserve (l’equivalente americana della BCE) che pur temporeggiando per analizzare l’andamento delle Borse internazionali, si è dichiarata disponibile a sostenere le banche e quindi l’intero sistema economico mondiale.

Tuttavia, i primi giorni post-Brexit, sono stati caratterizzati da un calo netto di tutti i mercati europei, con una perdita media del 7%, culminato con il crollo di quelli asiatici e con il deprezzamento dello yen e della sterlina, ai minimi storici.

Tutto questo mentre la quotazione delle materie prime tendeva al ribasso (petrolio in testa) a favore del “Gold Price” salito dell’8,1% con picchi che hanno sfiorato anche il 10% grazie alla rinnovata fiducia degli investitori sia verso i titoli su oro cartaceo ma soprattutto per l’aumento della domanda di “oro fisico” (lingotti e in particolare monete) esenti da IVA e da qualsiasi rischio di insolvenza.

Oggi tutte le principali piazze finanziarie come New York, Milano e Francoforte stanno facendo registrare quello che gli analisti chiamano l’effetto rimbalzo, cioè una rapida ripresa delle Borse con indici molto positivi rispetto solo a poche ore fa.

Con una situazione così altalenante conviene monitorare l’andamento dell’oro, uno dei pochi asset class che in questo particolare momento può garantire buone plusvalenze, soprattutto a chi possiede o intende acquistare sterline da investimento.

A tal fine, un ruolo decisivo viene giocato dalla tempestività, sia in caso di vendita che di acquisto.

E’ utile considerare che il trend al rialzo di questo periodo potrebbe non verificarsi più nel breve e medio termine, motivo per cui tutti quelli che hanno monete auree come le richiestissime sterline old sovereign hanno l’opportunità di venderle a condizioni sicuramente vantaggiose rispetto al prezzo di acquisto.

Qualora, invece, ancora sotto l’effetto Brexit il fixing dell’oro calasse vertiginosamente, potrebbe essere il momento migliore per consultare il catalogo on line delle monete preziose (fornito con le quotazioni aggiornate in tempo reale) e decidere di acquistare sterline d’oro: un investimento sicuro, destinato ad aumentare il suo valore nel tempo, finalmente accessibile anche ai piccoli risparmiatori ad un prezzo molto conveniente, se non irripetibile.

Investimenti: come orientarsi

egiziL’oro ha sempre occupato un posto di rilievo nel settore degli investimenti, sia in periodi di crisi che di crescita economica, durante i quali gli acquisti e gli ordini del metallo giallo sono stati sempre molto elevati e hanno assicurato ottime plusvalenze.

Negli ultimi mesi, l’andamento piuttosto instabile del settore immobilare e il deflusso dei titoli azionari, hanno determinato un incremento verso investimenti “minimum volatily” in grado di evitare perdite più o meno considerevoli.

Da un punto di vista speculativo, se non si vuole incorrere in brutte sorprese, ancora oggi la soluzione migliore resta quella di scegliere una commodity fungibile e finanziariamente redditizia come l’oro, giustamente considerato “il bene di rifugio per eccellenza”.

Sulla scia della trendline positiva del 2015, anche il primo trimestre di quest’anno è stato caratterizzato da un buon andamento della Borsa internazionale che determina il fixing dell’oro, aumentando la fiducia sia dei consumatori che degli investintori.

La domanda del metallo prezioso su scala mondiale, infatti, non riguarda solo il settore orafo a cui è destinato il 40% della produzione ma anche quello degli investimenti che, per la prima volta, ha superato la soglia del 35%.

Per comprendere se è un buon momento per fare acquisti o investire sull’ oro, il primo parametro da prendere in considerazione è proprio il rapporto tra domanda ed offerta, due fattori molto importanti soggetti a variazioni anche significative, capaci di condizionare il mercato di riferimento e quindi il fixing dell’oro che, dal 1919, viene fissato dalla Borsa di Londra.

L’analisi delle quotazioni è fondamentale per capire se il mercato è rialzista o ribassista: monitorare siti specializzati che forniscono stime e previsioni può essere utile per intuire il trend, ma non è un’operazione altrettanto affidabile.

Dall’andamento della Borsa è possibile stabilire quando conviene vendere o acquistare oro, sia fisico che cartaceo.

Per “oro fisico” non s’intendono solo gli oggetti preziosi reperibili in gioielleria ma soprattutto monete e lingotti verso i quali si stanno orientando la maggior parte dei risparmiatori perché, in entrambi i casi, si tratta di un tipo di investimento che assicura un buon margine di profitto e può essere dismesso velocemente in qualsiasi momento. Infatti, grazie ai piccoli tagli sempre molto richiesti (dai 3 grammi in su) sia le monete che i lingottini rappresentano un acquisto intelligente molto vantaggioso, esente da Iva ed accessibile a tutti.

Nel caso delle monete auree è bene investire in un buon titolo (più la caratura è alta, più la moneta è preziosa) acquistando pezzi in buono stato di conservazione che, al di là del loro valore nominale, garantiscono un premio elevato e non sono facilmente falsificabili come la sterlina, il marengo, le eagle, le krugerrand, il pesos, le mapple leaf o il nugget.

Per i lingotti bisogna considerare che al prezzo stabilito c’è da aggiungere il costo legato alla gestione e al deposito.

A differenza delle monete, però, i lingotti sono identificati da un numero di lotto e posizione che non li rende duplicabili e, la giacenza in appositi forzieri o caveau, li rende assolutamente inviolabili.

Sia per le monete che per i lingotti non bisogna dimenticare di chiedere sempre la certificazione di provienza ed autenticità.

Se il fixing tende al ribasso, è meglio comprare subito prima che i costi dell’oro possano risalire, anche repentinamente, come spesso accade; quando invece le quotazioni salgono bisogna approfittare per vendere.

Fanno parte dell’oro cartaceo diversi fondi di deposito ed operazioni finanziarie con scadenza fissa o variabile che seguono le oscillazioni del fixing price.

Molti di essi sono contratti derivati riconducibili al Forex statunitense che, alla loro naturale scadenza, possono fruttare considerevoli guadagni.

In Europa i più gettonati sono i “Futures e gli Etf”, offerti a condizioni molto convenienti quando il cambio euro/dollaro è favorevole alla nostra moneta.

Nonostante l’offerta ampia e variegata, realizzare un buon investimento su oro non è sempre facile perché le insidie sono tante, soprattutto se non si è particolarmente esperti.

La migliore soluzione, quindi, è affidarsi alla competenza di un “Banco Metalli” specializzato in questo tipo di operazioni che può consigliare al meglio sulle modalità e sui tempi della procedura e della negoziazione al fine di massimizzare i guadagni.

Non solo affidabile e vantaggioso nella compravendita di oggetti preziosi, oggi il moderno Banco Metalli è il vero punto di riferimento nel settore degli investimenti finanziari, sempre più core business di una attività capace di venire incontro alle reali esigenze di ogni risparmiatore.

Oro etico e compro oro

raee oroQuando si pensa all’oro, generalmente il pensiero di tutti va in una sola direzione: quella del metallo giallo, nobile per definizione, conosciuto in tutto il mondo da millenni. Certo, basta entrare in una gioielleria per rendersi conto delle tantissime diverse varietà di oro che vengono utilizzate per realizzare i monili più diversi: dall’oro bianco a quello rosso passando, naturalmente, per il più tradizionale oro giallo. Questo senza citare le altre tipologie usate in ambiti diversi da quello della gioielleria: si pensi al metallo utilizzato per applicazioni odontoiatriche oppure a quello che si può trovare in alcune componenti elettroniche. Ma, nonostante tutte queste differenze, alla parola “oro”, l’immagine che si forma nelle mente dei più è, generalmente, sempre la stessa.
Esiste, però, un’altra differenza molto più sostanziale per quanto riguarda il prezioso metallo, che non comporta tanto differenze fisiche e visibili a occhio, quanto il modo nel quale l’elemento viene ricavato. Sicuramente è un aspetto meno conosciuto, me ben più importante e determinante rispetto alle tante variabili “fisiche” che possono riguardare l’oro.
Anzi, una volta lavorato e utilizzato per le tradizionali lavorazioni, l’oro è sempre oro, perché la differenza di cui parliamo in questo caso viene prima della lavorazione.
Ci stiamo riferendo al cosiddetto oro Etico, ovvero quello ottenuto rispettando precise norme nella fase di estrazione e nelle prime lavorazioni subite prima di arrivare al consumatore finale.

Il discorso riguardante l’oro etico è piuttosto recente e fino all’inizio del nuovo millennio praticamente non esisteva. Con il crescere della consapevolezza generale e con la maggiore attenzione dedicata ai temi della sostenibilità ambientale e dello sfruttamento di uomini e risorse, però, sull’oro etico si è accesa sempre più l’attenzione.
Ma quand’è che si può effettivamente parlare di oro etico? Innanzitutto per poter utilizzare questa definizione bisogna che il metallo sia stato ricavato senza l’utilizzo di agenti chimici o di esplosivi durante la delicata fase di estrazione. Non utilizzare questi agenti significa rispettare prima di tutto l’ambiente attorno ai giacimenti e le miniere, facendo in modo che qualsiasi attività di estrazione si ponga in maniera armonica e non invasiva con il contesto circostante.
Inoltre, nel rispetto proprio delle popolazioni che abitano i paesi, generalmente poveri, dai quali proviene la maggior parte dell’oro mondiale, l’estrazione del metallo deve essere effettuata in giacimenti gestiti con la piena collaborazione delle persone del luogo, che per prime devono essere coinvolte nel lavoro stesso di estrazione. Tutte le norme di sicurezza devono essere rispettate e non deve in alcun modo essere consentito il lavoro minorile.
A leggere queste norme sembrerebbe quasi scontato che sia sempre avvenuto così ma, purtroppo, non è vero, a maggior ragione se si pensa alle situazioni sociali ed economiche di molti dei Paesi da cui l’oro proviene dove, pur di avere un lavoro, molto spesso le persone acconsentono tacitamente a sottostare a condizioni disumane che minano seriamente la loro salute e la loro sicurezza. Non è un caso che più volte diverse organizzazioni internazionali abbiano sollevato il problema, cercando di far conoscere all’opinione pubblica questi risvolti deplorevoli legati al commercio dell’oro.
Oggi, per fortuna, il grido di allarme è sempre più ascoltato e, per questo, il discorso riguardante l’oro etico trova terreno sempre più fertile.

Tornando a parlare delle caratteristiche di questo particolare tipo di oro, per quanto riguarda la fase di lavorazione successiva all’estrazione, non devono essere utilizzati elementi che possano essere nocivi per l’ambiente. Niente cianuro o mercurio, quindi, due delle sostanze tradizionalmente più usate per separare l’oro dagli altri elementi di scarto ad esso eventualmente legati. Elementi che finiscono per essere assorbiti dal terreno e dalle piante, avvelenando la natura e, di conseguenza, le persone che quotidianamente vi hanno a che fare.
Da queste caratteristiche di cui si è detto, deriva la conseguenza facilmente intuibile che, per la maggior parte, i giacimenti di oro etico sono quelli originati dai depositi alluvionali. Si tratta di giacimenti che sorgono lungo i corsi d’acqua e nei quali, in genere, l’oro si presenta sotto forma di polvere aurifera o pepite di diverse dimensioni. Questo tipo di oro ha una purezza che si aggira intorno al 90%, rendendo il lavoro di separazione dagli altri elementi molto più semplice e possibile senza l’utilizzo di altri elementi nocivi.
Detto dei vantaggi indiscutibili a livello ambientale e sociale dell’oro etico, guardando al mercato è inevitabile notare come il metallo che abbia questa provenienza sia alla base più costoso. Una lavorazione effettivamente rispettosa di tutte le norme e che non utilizzi elementi nocivi, infatti, richiede maggiori fondi, ma se non ci si ferma alla mera questione economicamente immediata, si potrà capire come il risparmio esista e riguardi aspetti ben più importanti i cui effetti vanno valutati a lungo termine.
Basti pensare ai tanti e terribili disastri sociali che la sfrenata corsa verso i progresso e l’arricchimento ha portato nella storia. Se si cambia la cultura e l’atteggiamento di tutti, se si eliminano gli sfruttamenti e il proliferare di situazioni pericolose, il beneficio sarà per tutti. Per fortuna, i dati che indicano in costante aumento, negli anni recenti, l’oro etico immesso sul mercato, fanno guardare al futuro con rinnovata fiducia.

Una valida alternativa all’oro etico, se si vuole evitare di sfruttare ulteriormente l’ambiente, è quella di riciclare l’oro usato che non mettiamo più o recuperarlo dai cosiddetti rifiuti raee, che ne contengono più di quanto immaginiamo. Portare l’oro usato ai negozi compro oro, e permettere che il metallo prezioso venga riutilizzato per creare gioielli nuovi o oro da investimento, grazie alla fusione effettuata dai banco metalli, è un modo per rispettare il nostro pianeta, inoltre la vendita dell’oro inutilizzato o rotto, ci permetterà di racimolare un bel gruzzoletto da spendere come preferiamo.

Monete d’oro italiane esenti IVA

20 euro oroE’ annuale l’aggiornamento della lista che comprende le monete d’oro (italiane ed estere) esenti dall’IVA. Lo scorso 26 Novembre 2015 è stato pubblicato il nuovo elenco, valido per tutto il 2016. Questo aggiornamento viene eseguito dalla Commissione Ue e si ritrova nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, serie C n° 393.
Le monete d’oro esenti dall’IVA sono tali perché vengono equiparate all’oro da investimento. Non vengono, quindi, vendute in base al loro valore numismatico. Nella categoria dell’oro da investimento rientra qualsiasi lingotto o placchetta d’oro la cui purezza sia uguale o superiore a 995 millesimi. Per quanto concerne le monete, tale valore si abbassa a 900 millesimi. E’, inoltre, necessario (sempre per le monete) che il conio delle stesse abbia una data successiva al 1800 e che siano commercializzate a prezzi che non superino di oltre l’80% il valore di mercato dell’oro che in esse è contenuto.
Vi sono, comunque, delle eccezioni decise direttamente dalla Commissione Ue, che prevedono la mancata esenzione dall’IVA per tutte quelle monete che, seppur incluse nella lista, hanno una purezza che non raggiunge i 900 millesimi e per tutti quei lingotti o placchette che pesino da 1 grammo in giù. Quanto citato è espressamente stabilito dall’articolo 344 della direttiva IVA (2006/112/Ce del 28 Novembre 2006).
Come detto, la lista delle monete d’oro esenti dall’IVA è fatta, annualmente, dalla Commissione Ue seguendo tutte le indicazioni che provengono direttamente dagli stati membri. Questi sono attualmente, ed almeno fino al 2019, in totale 28, ovvero: Lussemburgo, Paesi Bassi, Italia, Bulgaria, Lettonia, Estonia, Finlandia, Slovacchia, Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Spagna ed Ungheria.
Le monete d’oro italiane esenti dall’IVA sono, per il 2016, in tutto 8. Tutte rispondono ai sopra citati requisiti indispensabili per essere considerate come esenti dall’imposta ed equiparate all’oro da investimento. Due di queste monete rappresentano l’euro. Le rimanenti 6, invece, sono riferite alla lira. Nello specifico, trattasi delle monete da 20 e 50 euro oltre che di quelle da 5, 10, 20, 40, 80 e 100 lire.
Le monete in oro da 20 euro hanno fatto la loro prima comparsa nel 2003 e sono, come tutte le altre monete del genere, di tipo esclusivamente commemorativo. Il diametro della moneta è di 21 millimetri per un peso di 6,45 grammi. Di circa 1500 unità (anche se manca ancora il dato ufficiale) sembra essere la tiratura del modello 2015. Il soggetto rappresentato è il busto di Flora (dea della fioritura dei cereali) per quanto riguarda il fronte mentre sul retro si ritrova Diana intenta a fare il bagno con 2 ninfe.
Le monete in oro da 50 euro sono state introdotte, come le precedenti, nel 2003. Hanno un diametro di 28 millimetri ed un peso di 16,129 grammi. Tiratura e soggetti sono, naturalmente, differenti di anno in anno. Per il 2015 si hanno sul fronte due cani che richiamano quelli presenti sulla fontana di Diana e Attenone della Reggia di Caserta mentre sul retro si trovano 2 buoi difronte ad un contadino. La tiratura è stata abbastanza limitata per il 2015, trattandosi solamente di 900 copie.
La moneta da 5 lire è stata introdotta in Italia nel 1807. Ha un diametro di 20,2 millimetri e raffigura sul fronte un timone e sul retro un delfino.
La moneta da 10 lire è stata coniata tra il 1862 ed il 1943. Con un diametro compreso tra 22,5 e 30,5 millimetri (a seconda del periodo di appartenenza) rappresentava, altresì, soggetti differenti in base alla data di coniazione.
La moneta da 20 lire, coniata tra il 1863 e il 1943 rappresenta, anch’essa, diversi soggetti. Nel 1882, ad esempio, era raffigurato sul fronte il profilo di Umberto I mentre sul retro lo stemma sabaudo.
La moneta da 40 lire è stata introdotta, invece, da Napoleone Bonaparte. Ha un diametro di 26 millimetri ed un peso di circa 13 grammi. Raffigura sul fronte il profilo di Napoleone mentre sul retro lo stemma del Regno d’Italia Napoleonico.
La moneta da 80 lire è stata coniata a partire dal 1826 ed è nota generalmente come “moneta Carlo Felice“, re di Sardegna nei primi decenni del 1800. Sul fronte della moneta si trova proprio il suo profilo, mentre sul retro è raffigurato lo stemma di casa Savoia (famiglia a cui apparteneva il re).
La moneta da 100 lire, infine, è stata coniata a partire dal 1864, da Vittorio Emanuele II. Il suo profilo, infatti, si trova sul fronte della moneta stessa mentre il retro è riservato alla raffigurazione dello stemma sabaudo coronato.

Scopriamo le pietre preziose

pietre prezioseIl mondo delle gemme preziose è un rifugio economico di tutto rispetto, perché resistente alle fluttuazioni di mercato, solido nel mantenere il proprio valore.

Si può quindi decidere di acquistare pietre preziose per investimento a medio-lungo termine o più semplicemente per il desiderio di possedere lo splendore di una gemma da trasformare in un bel gioiello.
L’alternativa all’acquisto di una pietra o di un gioiello nuovo è quella di rivolgersi con fiducia al mercato dei gioielli usati.

Un settore florido, ricco d’interessanti proposte che ha il suo commercio nei negozi tradizionali o anche online.

I compro gioielli usati, sono una realtà oramai consolidata, attività commerciali che offrono tra gli altri servizi, anche quello della valutazione e della compravendita di diamanti certificati e pietre preziose in genere.

Il consiglio è sempre quello di rivolgersi a persone competenti, gioiellieri o chi per mestiere svolge con serietà professionale la compravendita di gioielli e pietre preziose, questo per scongiurare l’incontro con persone poco serie che potrebbero truffare il malcapitato di turno.

Una semplice richiesta via web come ad esempio “vendo gioielli online” aiuta a identificare immediatamente gli addetti ai lavori, società che si occupano della compravendita di gioielli e pietre preziose, e a questo punto, il passo successivo e quello di valutare la serietà delle offerte e la bontà del venditore.

Superato questo passaggio, bisognerà scegliere il gioiello o la pietra preziosa con la quale realizzarlo, non solo secondo le caratteristiche estetiche, ma anche rispetto al significato che ogni pietra nasconde in se.

La doverosa premessa è quella che i simbolismi legati alle gemme preziose affondano radici nelle antiche credenze, leggende popolari tramandate nei secoli, senza nessuna prova scientifica. Tutto questo non scalfisce minimamente questi significati che ancora oggi sono utilizzati per legare una specifica pietra a un determinato evento.

Il diamante, ovvero la forza indomabile

La parola diamante deriva dal greco “adamai” che significa non domabile, una forza incontrollata e potente. Ancora oggi, a distanza di secoli, il diamante è la pietra più desiderata al mondo. Per la sua purezza, trasparenza, luminosità e durezza è da sempre legata ai potenti, ai regnanti e a coloro che possiedono molto denaro. Un talismano a tutti gli effetti, in grado di allontanare le presenze oscure e di tenere a bada il male. Gli sono riconosciute anche proprietà terapeutiche, secondo la medicina Ayurvedica è un aiuto nella cura della depressione e in genere un sostegno per il sistema nervoso. Antiche credenze narrano della forza del diamante nell’amplificare i pensieri di chi lo indossa, così da dare la massima lucidità mentale. Inoltre è la pietra che rappresenta il legame eterno, per questo motivo è spesso utilizzata per ornare gioielli, come gli anelli, pegno d’amore infinito.

Lo smeraldo, la pietra verde

Una pietra bellissima, ricca di fascino e mistero. Lo smeraldo era considerato dal popolo dell’antico Egitto come la pietra della saggezza. Pensavano che avesse anche capacità di veggenza, in grado di rivelare il futuro e di proteggere chi lo indossava da sortilegi e incantesimi.
Il verde inoltre rappresenta la rinascita, la primavera della vita. In India invece, la credenza racconta che indossare uno smeraldo sul dito medio aiuti l’eloquenza e sviluppi al massimo la memoria. In occidente le leggende raccontano che lo smeraldo è un amuleto molto efficacie per le partorienti.

Il rubino, la pietra del sole

Il rubino è associato al Sole, per la sua tonalità calda e ardente. Una pietra che dona energia e grande vitalità, che nell’antichità era regalata ai commercianti perché sembra aumentasse successo e affari.
Il rubino è anche considerata una pietra capace di riconciliare le liti e in grado di proteggere dai rischi legati all’acqua.
La pietra della passione quindi, che si può regalare quando c’è desiderio di un amore ardente ed eterno.

Lo zaffiro, la pietra della pace

Pace, felicità, introspezione questi i termini legati a questa splendida gemma. Una pietra talismano potente, in grado di respingere mali e disgrazie. I buddisti la considerano la pietra della preghiera, mentre i cattolici la riconducono al colore del mantello della Madonna. E’ anche considerata la pietra della fedeltà, tanto da essere spesso utilizzata come anello di fidanzamento.

Confrontiamo le monete da investimento

monete investimentoTra le pratiche più antiche del collezionismo, la numismatica è senza dubbio una tra le più remote, addirittura risalente all’Antica Roma, dove i regnanti razziavano per poi custodire, tutte le monete dei territori conquistati.

Il periodo dell’umanesimo consacra a nuova vita le monete, facendo diventare la coniazione, un’arte a tutti gli effetti. Da questa pratica nacquero manufatti di assoluto pregio riconosciuti tali sia per il valore del metallo usato, come l’oro e l’argento, e anche per la ricchezza e precisione di particolari.

Arrivando in epoca moderna e più precisamente ai giorni nostri, investire nell’acquisto di monete da collezione è sicuramente una scelta oculata e lungimirante.
La crisi globale che soffoca e non poco i mercati azionari, spinge gli investitori piccoli e grandi a diversificare l’allocazione del proprio denaro.

Tra le possibilità, quella di puntare l’attenzione sull’oro da investimento e monete d’oro, è economicamente vantaggiosa e soprattutto scevra dall’altalenante sali e scendi cui sono esposte le valute nazionali.

L’oro è un bene durevole, fisico e tangibile e pertanto libero da oscillazioni di valore tali da compromettere l’investimento iniziale, come le fluttuazioni dettate da dissesti di governo o agitazioni politiche. Da non sottovalutare inoltre la possibilità di acquistare tagli di piccoli importi, che consentono a chiunque di investire a basso rischio, e le statistiche confermano e confortano sui rendimenti che si sono sempre dimostrati assai generosi rispetto a quanto investito.

Vediamo quali sono le più note monete da investimento, la loro tipologia e principali caratteristiche:

Il Krugerrand
Senza dubbio la moneta d’oro più famosa e soprattutto ricercata al mondo. La sua ascesa è iniziata intorno agli anni ’70 grazie al suo valore e alla sua particolarità.
Il nome è ispirato dal ritratto di Paul Kruger l’allora presidente della Repubblica del Transvall, che compare sul lato dritto della moneta. Sul rovescio invece è raffigurata una gazzella, simbolo del Sudafrica. La moneta è infatti, sudafricana e nasce nel 1967, immessa sul mercato per sostenere il commercio dell’oro sudafricano. Quando fu coniata, non era intesa come mezzo di pagamento, ma presto la sua fama la fece diventare una valuta a tutti gli effetti.
E’ composta in oro 917 e pesa 33,93 grammi, contiene quindi 31,10 grammi di oro puro e 83 millesimi di rame, che le conferisce un aspetto color arancio. Il Krugerrand nella versione FCD (Fior di conio) è una moneta di borsa, cioè il suo valore segue quello dell’oro. Sono in vendita anche Krugerrand d’argento che non sono ufficiali e non hanno corso legale. Dal 1980 per favorire acquisti di pezzature minori, sono stati coniati anche dei sottomultipli del Krugerrand in pezzi da 1/2, 1/4, 1/10. Un dato su tutti è quello che dal 1967 i Krugerrand nella versione FCD, sono stati coniati in 50 milioni di once d’oro, pari a più di 1.500 tonnellate di oro puro!

Sterlina
Le caratteristiche della Sterlina rimangono immutate dalla sua prima coniazione avvenuta nell’anno 1816. Composta in oro 916,66 millesimi pari a 22 carati, ha un diametro di 22 millimetri e un peso di 7,9881 grammi. Per il mercato della numismatica la commercializzazione della Sterlina si divide in pezzi emessi dal primo conio e tutti gli altri dal secondo conio. Il primo si riferisce alle monete dal 1816 al 1957 anno in cui s’iniziò a coniare sotto il regno dell’attuale Regina Elisabetta II. La differenza consiste nel quantitativo di oro presente nel “pezzo” che per alcuni dovrebbe essere, causa usura e popolarissima diffusione, minore negli esemplari del primo conio.

Marengo
La moneta d’oro del valore di 20 franchi, detta anche Napoleone, fu coniata per la prima volta nel 1801 per commemorare la vittoria contro gli austriaci di Napoleone Bonaparte.
Presenta un diametro di 21,5 mm. e un peso di 6,45 grammi ed è composta in oro 900 millesimi. La produzione del Marengo fu poi estesa ad altri Paesi anche extra europei che hanno mantenuto per la sua realizzazione le medesime caratteristiche di peso e di diametro.

Per i neofiti, per gli appassionati e per gli intenditori che intendono investire, un valido suggerimento è di affidarsi all’esperienza di un banco metalli certificato e autorizzato che meglio di chiunque altro saprà indicare l’acquisto giusto.

Nella città di Roma è presente OroElite, attivo anche online con un facile e intuitivo sito nel quale si trovano in tempo reale le quotazioni di oro e argento.

Compro oro valutazioni usato

oroDa qualche anno sono presenti in tutte le città i cosiddetti Compro Oro, vale a dire delle attività commerciali che acquistano oro, metalli preziosi e talvolta anche pietre preziose (dipende dal banco metalli di turno) pagando il corrispettivo al venditore in modo immediato. In ottemperanza alle leggi antiriciclaggio, il pagamento di somme inferiori ai mille euro è effettuato direttamente in contanti, altrimenti attraverso assegno.

I compro oro costituiscono delle attività importanti in un periodo di crisi economica, ma non devono essere confusi con quelli che un tempo venivano definiti monti di pietà oppure banco dei pegni.
Per prima cosa infatti bisogna dire che nei compro oro a differenza del banco dei pegni avviene una vera e propria vendita: il cliente ha comunque qualche giorno per riscattare il proprio prodotto, ma passato un termine tecnico di dieci giorni in cui la merce deve rimanere a disposizione nel negozio per le verifiche delle forze dell’ordine, prima di cederlo alle aziende che fondono i metalli preziosi.
E’ necessario poi precisare che se nei vecchi monti di pietà si recava semplicemente gente in grave difficoltà economica che cedeva i propri averi per ottenere della liquidità immediata, nei compro oro spesso si recano persone che vogliono dismettere dei preziosi di cui non hanno più bisogno magari perché sono rotti o semplicemente passati do moda, per acquistarne di nuovi. Dunque non bisogna identificare la clientela di un banco metalli necessariamente come persone in grave disagio economico.

Chi si reca presso una attività di compro oro riceve una valutazione oro. I compro oro si adeguano alla massima quotazione oro, tanto da permettere a chi porta i propri preziosi di ottenere un bel guadagno qualora si trattasse di gioielli, cornici e quanto altro di gran pregio.
La vendita avviene in modo semplice: il negoziante fa compilare un atto di vendita al cliente ed effettua la valutazione dell’oro in base alla quotazione in tempo reale. Colui che vende i propri averi deve lasciare le proprie generalità ed allegare alla vendita i dati di un proprio documento di identità. Tutti i dati sono annotati in un registro ed i preziosi venduti, come anticipato, rimangono a disposizione nel negozio per dieci giorni almeno per permettere alle autorità di effettuare le verifiche del caso.
Il cliente nel frattempo contestualmente alla vendita avrà già ricevuto il corrispettivo monetario della merce venduta o in contanti o direttamente tramite accredito sul proprio conto bancario.

I compro oro non solo possono essere un aiuto economico per chi è in difficoltà, oppure un sistema conveniente e divertente per chi ama cambiare spesso il proprio look adattandolo ad ogni fase della vita e quindi è portato a comprare e vendere spesso gioielli, ma si tratta anche di attività che svolgono una funzione etica.
Infatti attraverso l’attività di reperimento di oro, argento, preziosi (comprese pietre preziose), i compro oro permettono di disincentivare l’estrazione di nuovo oro dalle miniere. Infatti l’oro raccolto viene ceduto alle aziende che si occupano di fonderlo e di creare lingotti oppure nuovi gioielli. L’estrazione dell’oro dalle miniere spesso avviene attraverso tecniche invasive, a base di esplosivi, acidi e turni di lavoro massacranti per chi è coinvolto. I compro oro dunque contribuiscono a non alimentare un mercato, quello dell’estrazione, ancora troppo poco protetto da leggi chiare dato che si svolge essenzialmente nei Paesi Africani dove le legislazioni sono poco chiare o inesistenti del tutto.
Non va inoltre dimenticato che si stanno creando anche aziende che raccolgono materiale elettronico notoriamente composto anche da oro (come cellulari, componenti per computer, elettrodomestici, ecc) e che lo vendono ai compro oro: in questo modo si incentiva il riciclo corretto di componentistica elettronica altrimenti destinata ad uno smaltimento indifferenziato.

Ci si può dunque rivolgere con fiducia ai compro oro, nella consapevolezza di ottenere la massima quotazione oro ed un servizio di assistenza alla vendita chiaro e nel rispetto della propria privacy.

L’argento che abbiamo in casa

teiera argentoL’argento è un metallo tenero e lucido, che può essere presente in natura sia come minerale che in forma pura. Date le sue caratteristiche fisiche e chimiche è stato sempre molto utilizzato, sin dall’antichità in diversi settori, dalla monetazione alla gioielleria, dal vasellame alla fotografia…
Oggi l’argento è molto utilizzato sia per la creazione di gioielli che per cornici, posate, vassoi e molti altri oggetti, la cui richiesta così elevata ha permesso di dar vita ad un vero e proprio ramo nell’uso dell’argento, l’argenteria.

Proprio l’argenteria rappresenta oggi uno dei modi più comuni per l’utilizzo dell’argento in casa: e se è sempre più raro utilizzare posate d’argento a tavola, è invece ancora molto comune regalare cornici o vassoi, anche da utilizzare come soprammobili. E tra l’altro, l’argento di oggi è comodo e pratico da pulire, non diventando nero come invece quello che veniva utilizzato fino ad una cinquantina d’anni fa. Come mai? Perché esistono vari tipi di leghe, che vanno dall’argento 999, ossia l’argento puro, all’argento 925, fino all’argento 800. Cosa rappresentano questi numeri? Rappresentano la percentuale di argento presente nell’oggetto, che viene combinato con altri metalli, per ottenere una lega più facile da lavorare. L’argento 925 è quello attualmente più utilizzato, sia per la realizzazione di gioielli che per l’argenteria da casa, perché presenta caratteristiche molto idonee alla lavorazione e, per la gioia di chi lo usa, non scurisce ed è facile da pulire, mantenendo il suo splendore molto a lungo. La percentuale in argento è sempre indicata in tutti i gioielli dalla punzonatura, ossia da un incisione nell’oggetto. In certi casi, la punzonatura può mancare: si potrebbe quindi trattare di oggetti antichi, precedenti all’introduzione obbligatoria della punzonatura. Oppure ci si potrebbe imbattere in simboli differenti, che indicano una provenienza specifica di determinati paesi in cui l’argento viene indicato con sigle diverse.

Ma dove viene prodotto l’argento? Oggi i maggiori produttori di argento sono il Messico, la Cina, il Perù, l’Australia, la Russia, la Polonia, la Bolivia, il Cile, gli Stati Uniti e l’Argentina, elencati in ordine decrescente di tonnellate prodotte. Si parla di valori di estrazione del metallo che vanno dagli oltre quattromila e cinquecento tonnellate annue del Messico fino alle quasi settecento tonnellate annue dell’Argentina. In questi paesi sono presenti varie società e diversi impianti per l’estrazione del metallo che, nel 2012 è stata addirittura di oltre ventiduemila tonnellate in tutto il mondo. Tuttavia, i paesi in cui il metallo viene estratto non sono necessariamente anche i paesi che producono gioielli ed oggettistica in argento. La lavorazione di questo metallo avviene, infatti, in molte altre parti del mondo, sia a livello industriale che artigianale, dando vita a moltissimi oggetti e gioielli pregiati.

Una particolare lavorazione dei gioielli in argento è quella della gioielleria etnica. I gioielli etnici sono molto differenti tra di loro non solo per le zone di origine, ma spesso anche per l’importanza e il valore. Infatti, se da un lato in alcune aree del mondo vengono forgiati gioielli bellissimi, ma molto leggeri e quindi, con poco argento, in altri casi esistono gioielli di gran valore soprattutto per la quantità di metallo prezioso da cui sono costituiti. La bellezza dei gioielli etnici, infatti è fuori questione, ma il valore, spesso, non dipende dalla bellezza delle forme, quanto, piuttosto dalle pietre che lo arricchiscono e, soprattutto, dal peso dell’argento. Quando si fanno viaggi in luoghi esotici, si acquistano spesso monili e gioielli etnici in argento. Sapere quanto valgono effettivamente tali gioielli non è sempre facile visto che, in certi casi, questi gioielli non sono punzonati, per cui, al momento dell’acquisto, non si può neanche avere la certezza che siano realmente in argento. Tuttavia, spesso la bellezza di questi gioielli non è data dal materiale da cui sono costituiti, quanto piuttosto dalla presenza di pietre particolari, di intrecci o di maglie nuove, che conferiscono al gioiello un particolare fascino. Molto spesso questi gioielli si acquistano per avere un souvenir di un determinato viaggio, per cui, pur non avendo un reale valore economico, mantengono sicuramente quello affettivo. In diversi casi, però, questi stessi gioielli hanno valori economici discreti, soprattutto quando sono in argento massiccio, e con poche pietre incastonate al loro interno.

Oro lavorato e oro da investimento, quali sono le differenze?

bracciale argento e pietreL’oro è sempre stato un materiale prezioso durante il corso della storia. Utilizzato nel periodo preistorico per la creazione di ornamenti, suppellettili e gioielli, ha costituito la base per il riferimento dei sistemi valutari fondati sul “gold standars”, dove la valuta ha un valore corrispondente ad una certa quantità di oro.
Quando si parla di oro, è importante capire la differenza tra oro puro e oro usato o lavorato.
Per questo si rende necessario un riferimento alla quotazione dell’oro, che si esegue tramite il “Fixing”, cioè la definizione del prezzo del metallo stesso sul mercato di Londra. Tale quotazione, dal 1919 viene determinata sul mercato ufficiale londinese dalle cinque banche incaricate: la “Société Générale”, la “Barclays”, la “Deutsche Bank”, la “Hsbc” e la “Scotia Mocatta”; queste ultime determinano il prezzo ufficiale sul mercato dell’oro.
Con il “fixing” la quotazione è giornaliera e si determina in base al confronto tra domanda ed offerta dell’oro sul mercato, nel momento in cui esse si bilanciano; in pratica il prezzo si fissa nel momento in cui acquisto e vendita di lingotti d’oro trovano un equilibrio.
Le misure utilizzate in fase di quotazione sono il grammo o l’oncia troy, quest’ultima diffusa nel sistema dell’impero britannico.
La quotazione si intende riferita al materiale al 999,9 per mille puro, quindi di 24 carati; per questo la quotazione di preziosi privati o domestici va fatta in riferimento anche alla purezza dell’oro. Per chiarire questo aspetto, è importante scoprire che cosa si intende quando si parla di “carato”; in pratica, il carato si intende una proporzione che definisce le parti dell’oro che vanno a comporre una lega in metallo costituita da 24 su 24 parti.
Per capire meglio, l’oro puro è a 24 carati, mentre, ad esempio, l’oro 18 carati è costituito da una lega formata da 18 parti di oro e 6 parti di un altro metallo.
Di solito l’oro di cui sono composti i gioielli o i preziosi è di 18 carati, in quanto una purezza più alta non consentirebbe una facile lavorazione dello stesso.
Per comprendere al meglio la valutazione dell’oro riferita ai gioielli personali, pertanto, è necessario tenere presente che la quotazione dell’oro si riferisce al materiale puro al 999,9 per mille, mentre, solitamente, l’oro lavorato equivale ad una lega di metalli di peso totale 1000 grammi, in cui l’oro partecipa in misura di 750 grammi.
In ogni caso, questi metodi sono molto approssimativi e poco precisi; il rischio di incorrere in errori è molto alto. Tali considerazioni ci fanno meglio comprendere che l’oro è puro se costituito da 24 carati, mentre è definito “usato” se non si presenta nella totale sua purezza.
Per quanto riguarda l’oro puro, esso si può trovare in pepite o pagliuzze ed è possibile fonderlo per l’ottenimento di lingotti. Il processo attraverso il quale si ottengono questi ultimi è detto “colata in lingottiera” e si ottiene tramite la fusione in apposite lingottiere di ghisa o leghe d’acciaio particolari, in genere costituite da cromo e tungsteno o cromo e manganese, e il successivo versamento del liquido in contenitori appositi detti “staffe”.
A processo terminato, l’oro assumerà la classica forma a lingotto, con una purezza del 999,9 per mille; una volta raffreddato potrà essere pulito e lucidato immergendolo nell’acido solforico.
L’oro puro solitamente viene utilizzato per investimenti e per la commercializzazione dello stesso, oppure potrà essere lavorato e mischiato ad altri metalli per la lavorazione e la produzione di preziosi.
In momenti di crisi economiche, o per necessità di realizzare di un capitale in denaro, può capitare di decidere di vendere l’oro usato, relativo ad oggetti tenuti in casa.
Una stima grossolana dell’oro in nostro possesso è possibile attraverso l’esame di alcuni elementi importanti.
Uno di questi è la presenza del timbro, che troviamo inciso sul nostro gioiello, circondato da una figura romboidale, in cui è indicata la quantità di oro in esso presente, con l’unità di misura definita in carati. La ricerca del timbro ufficiale, va effettuata con molta attenzione, in quanto, solitamente, è posta in un una zona del manufatto non visibile a colpo d’occhio. Si deve trovare anche il marchio di fabbricazione, di forma rettangolare, con le relative lettere poste al suo interno. In questo modo è possibile capire se l’oggetto è originale e quale è la quantità di oro in esso presente.
Chiaramente con questo sistema non è possibile capire se si è di fronte ad un falso, con un timbro non originale.
Un altro elemento da considerare è il magnetismo: metalli come platino, oro e argento non attirano i magneti, nemmeno se legati con altri metalli magnetici. La bassa percentuale di questi ultimi non sarebbe in grado di attirare a sé una calamita. Pertanto, facendo scorrere un magnete vicino ai nostri gioielli, potremo capire se sono in oro o meno.
Una stima precisa che possa definire quanto è prezioso un gioiello, è necessario rivolgersi ad un esperto del settore.
In questo ambito i negozi compro oro offrono un servizio altamente professionale di quotazione online, anche nostro sito troverete questo servizio, in modo da definire velocemente ed efficientemente il reale valore dei vostri preziosi.